U n’orda selvaggia è calata improvvisamente, senza incontrare ostacoli, presentandosi a sorpresa. Ha occupato una grande area e, indisturbata, ha iniziato a spadroneggiare. L’elenco degli orrori è lungo: stupri, animali uccisi, morti, droga, violenza. Nell’aria l’alone della morte, del degrado, della paura. Nessuno è riuscito a opporsi, inutili gli appelli e le richieste d’aiuto. Il potere di una folla di indemoniati è assoluto. Sarebbero servite risolutezza, idee chiare, prospettiva. Di fronte all’onda crescente, non c’è stato niente da fare. In certi casi, occorre prevenire e intervenire tempestivamente. Rotti gli argini, alle persone perbene, non resta che la fuga, disperata, caotica, colma di rischi. L’onda malefica si abbasserà pian piano? La speranza è questa, perché è inutile sperare nell’opera riparatrice di chi avrebbe dovuto vigilare e mettere al sicuro le persone. No, non sto parlando dell’Afghanistan, ma del lago di Mezzano, comune di Valentano, provincia di Viterbo, dove per sei giorni è andato avanti un rave party illegale a base di musica assordante, droga e violenza senza che lo Stato fosse capace di mettere fine allo sconcio.

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