L ’evasione di un gruppo di detenuti minorenni dal carcere Beccaria di Milano ha fatto scalpore. In parte per il numero di fuggiaschi, ben sette. In parte per le rocambolesche circostanze dell’intrapresa: il carcere era sottosopra per i lavori di ristrutturazione e c’era una sola guardia a vigilare su dodici detenuti che giocavano a pallone in cortile. Una breve distrazione ed è iniziata la fuga: per tre è già finita, per gli altri quattro continua, chissà sino a quando.

La vicenda, in realtà, è drammatica, come ha denunciato il sindaco di Milano Sala: «In un tempo molto lontano, il Beccaria era una struttura modello per il recupero dei giovani detenuti. Ma il carcere da vent’anni è senza direttore e da quindici vi sono in corso i lavori di ristrutturazione». Una storia tutta italiana, verrebbe da dire con molta amarezza e senza timore di essere smentiti. In Belgio le cose vanno diversamente. Eva Kaili, arrestata per lo scandalo tangenti nel Parlamento europeo, ha trascorso il Natale in cella. Per cena ha preso zuppa di asparagi, pavè di tacchino, piselli, peperoni, gelato alla vaniglia e muffin. Con un menu così dal Beccaria non fuggirebbe nessuno.

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