S e il ministro alla transizione ecologica Roberto Cingolani discute di energia rinnovabile non pensa di certo alla lampadina del bagno da sostituire ma anche al nucleare di nuova generazione. Al summit di Cernobbio non ha celebrato, come si vuol far credere, l’atomo ma ha semplicemente tentato di riattivare la discussione sul nucleare considerato che il piano nazionale di ripresa e resilienza prevede 70 miliardi di watt di energia rinnovabile di cui il Paese avrà bisogno nei prossimi 9 anni: impianti eolici e fotovoltaici (con giudizio, ovviamente) con uno sguardo al nucleare senza uranio arricchito e acqua pesante. Almeno parliamone: niente. Mentre Francia e Gran Bretagna stanno già investendo, in Italia basta solo la parola per scatenare in alcune parti politiche violenti mal di pancia. Anziché ascoltare chi se ne intende e capire finalmente di che si parla, l’unica apertura mentale è di non decidere aspettando che lo facciano altri (tra vent’anni) quando anche l’ultimo Paese del mondo sarà passato all’energia stellare. Il percorso dell’energia alternativa sembra facile ma non lo sarà per niente, troppe le mine da sminare: Comune, Sovrintendenze, Regione, Tar, Corte dei Conti, Cassazione, Corte europea. Buonanotte! E l’ultimo spenga le luci delle lampade: ad olio.

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