Le consorterie
St a nelle umane cose che tassisti, commercianti, agricoltori, benzinai, petrolieri, balneari, medici e tanti altri facciano comunella per difendere e allargare i propri interessi. A una condizione: che rispettino le ragioni degli altri. Facciamola breve: le antipatiche lobby altro non sono che gruppi costituiti per convincere la politica ad emanare provvedimenti legislativi a favore dei propri associati. Possono esistere a patto che, come negli Usa, siano rigidamente regolamentate da leggi chiare approvate a garanzia dell’intero Paese da legislatori inossidabili alle pressioni e ai condizionamenti. Operazione che non ha mai fatto e forse mai farà una classe politicante timida e debole che si fa felicemente trascinare da consorterie privilegiate che alimentano voti non secolari ma elettorali: un gioco alla pari sulla pelle di chi non ha santi in Parlamento. Di privilegi concessi borderline e fuori controllo se ne possono raccontare millanta: auto blu, spazi balneari concessi gratis a istituzioni, enti e militari, cattedre di padre in figlio, appartamenti di lusso presi a prezzi stracciati da signori griffati, pensioni anticipate, invalidità invalidate, permessi strappati, contributi inventati. Le lobby fanno i propri tornaconti, la politica i suoi e il popolo che, citando il poeta romanesco Trilussa, “prese il ciuco per un leone” raccatta i cocci.