O ra capita meno ma fino a qualche tempo fa, quando si chiacchierava di libri, arrivava sempre un intellò a informarti dolente che “il romanzo è morto”. E tu restavi così, incerto se rispondere che in effetti era anziano, poverino, o cercare amici per fare un necrologio di gruppo (e intanto il romanzo, inconsapevole di essere morto come il cavaliere dell’Orlando Innamorato, affollava le librerie di nuove uscite e il suo cugino sempliciotto, il feuilleton, trovava l’America reincarnandosi nelle serie Netflix).

Tornava in mente ieri leggendo che Grillo, per strozzare il dibattito nel M5S in crisi, ha Garantito che destra e sinistra non esistono più. E pazienza se la politica, in un mondo molto più gonfio di paure e diseguaglianze di ieri, è più polarizzata che mai. In Francia, negli Usa, nell’Inghilterra dove l’annunciato trionfo Labour avrà come antagonisti i reazionari di Farage più che i Tory, nella stessa Italia dove il grande centro è stato ridotto da Renzi e Calenda a un bar rissoso, nell’India che ora premia il nazionalismo induista e ora lo punisce.

Questo perentorio necrologio doppio, queste morti della destra e della sinistra così presunte e presuntuosamente dichiarate ti lasciano un dubbio, che peraltro è il solito. Come mai quando senti declamare questo capolavoro bipartisan in chiave funebre, ti suona sempre e immancabilmente di destra?

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