Le anime morte
Caffè Scorretto
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N el romanzo “Le anime morte” il narratore russo Gogol raccontava la storia del latifondista Cicikov che voleva comprare la nobiltà nell’unico modo in cui la vecchia cultura zarista permetteva l’elevazione del rango: il latifondo. Più persone hai nei tuoi latifondi, più anime possiedi e più immediata sarà l’ascesa sociale. Cicikov lavorando sull’errore della vecchia burocrazia russa che impiegava vent’anni per registrare i morti collezionava anime comunque considerate viventi per salire di rango. Il racconto di Gogol è la metafora attraverso la quale raccontare quel che sta succedendo nel nostro Paese da che è stato deciso di tagliare i tempi burocratici del Reddito di cittadinanza e dei bonus. Approfittando del fai da te, anime prave, direbbe il sommo Dante, hanno combinato di tutto: false attestazioni, Isee fasulli, rigirato crediti, aperto imprese edili in due giorni. Se Cicikov si appuntava medaglie i nostri incassano denari a sfroso giocando sui tempi eterni dei controlli. Quando sono stati beccati dei soldi più nessuna traccia e allo Stato che chiedeva il rimborso rispondevano marameo. Se pagare dopo anni è folle, pagare senza un minimo controllo è stata una follia. Cicikov, scoperto a giocare con le anime morte, per evitare la gogna fu costretto a darsela a gambe. Anche qui scappano ma per raggiungere il paradiso: fiscale.