S iamo un popolo di gnorri. Criminali che fanno gli gnorri. Ogni italiano in cuor suo lo sa ma fa finta di non saperlo. Finge di ignorare che siamo tutti tendenzialmente mafiosi. Lo deduciamo da una dichiarazione perentoria di Roberto Saviano, uno che di mafia, camorra e criminalità organizzata molto s’intende. Tanto che di questa sua profonda conoscenza campa: ne scrive, ne divulga i segreti, ne racconta e romanza le storie. Per renderci consapevoli della nostra vera natura gli è bastata una frase. Secca come una schioppettata: «L’Italia ha la vocazione di Matteo Messina Denaro». Lo ha detto a cadavere ancora caldo del mammasantissima di Castelvetrano. Un’enunciazione tanto tassativa può sembrare una balordaggine; ma se proviene da un intellettuale come Saviano, che pensa e vola alto, va presa in esame. Così, appurato che non era il delirio di uno dei tanti cretini da tastiera che impazzano sul web, mi sono messo a osservare, con occhio indagatore alla Lombroso, gli amici e i conoscenti che abitualmente frequento. Il mio intento era scoprire nei loro atteggiamenti e nei tratti somatici i sintomi della loro attitudine criminale. L’esito della ricerca su questo minicampione di italiani è stato rassicurante. Nessuno assomiglia a Messina Denaro. Ma nemmeno a Roberto Saviano: non sono squilibrati e non sparano castronerie.

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