La vecchia scuola
Caffè Scorretto
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S ignor ministro Di Maio, oggi le offro un Caffè. Secondo la ricetta scorretta della Casa contiene poco zucchero, ma non è sgradevole. Basta farci l’abitudine. Da quando è volontariamente uscito dalla luminosità delle (cinque) Stelle è entrato in un cono d’ombra. Capita ai divi sul viale del tramonto, non a chi, come lei, ha ancora una lunga vita politica da vivere. Si rianimi, si ispiri ai Dc della Prima repubblica collezionisti di legislature, abili surfisti, un po’ camaleonti un po’ maniche segnavento. Chieda consiglio ai sopravvissuti Casini, Tabacci, Mastella. Dietro il suo sanculottismo e il suo radicalismo rivoluzionario da stadio, sotto il gilet giallo idealmente indossato a Parigi c’era un’indole democristiana, che lei stesso non sapeva di avere. Senza offesa per i vecchi Dc, che potrebbero aversene a male. La sua metamorfosi conferma le teorie di Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Robert Michel, figure forse estranee al suo circoscritto sapere. Sostengono che, agguantato il comando, anche la più radicale delle opposizioni si mescola con il potere preesistente; ne viene assorbita e abbandona le masse che aveva sobillato per ottenerne il suffragio. E i rivoluzionari diventano conservatori: l’unico modo per mantenere prebende, privilegi, comandi e ministeri. Per esempio quello degli Esteri.