M olti i chiamati, pochi gli eletti e ancora meno gli elettori. Non occorre essere profeti e politologi per capire perché gli italiani disertano le urne e sempre più le diserteranno perché considerate solo una perdita di tempo. Basta vivere in questo Paese, andare in giro, ascoltare e scoprire che la verità non sta nella baggianata del qualunquismo. Le ragioni sono più profonde: affarismo, lottizzazione, disprezzo dell’opinione pubblica, il sospetto sempre più profondo che il voto non conti nulla e che prevalga la politica arruffona, le lobby, i parenti e gli amici degli amici. La resa dei conti è arrivata e cambiare il corso sarà complicato. O ci sarà un potente cambio e l’offerta pubblica rientrerà in sintonia con il Paese oppure alle prossime regionali il virus astensionistico dilagherà. Ma in che cosa i sardi si sentono traditi? Molto semplice: dalle promesse elettorali. Ne bastano due, tra le più attese dai cittadini: la salute e i trasporti. Ci avevano fatto credere che lo sfascio della sanità pubblica fosse colpa della sinistra salvo considerare che con la destra la situazione non è di certo migliorata. I trasporti continuano a peggiorare con la differenza che oggi i costi sono triplicati. I cittadini non ne possono più, si ribellano e rifiutano il voto. Forse sbagliano ma vuoi mai la soddisfazione di urlare: questa volta li ho fatti fessi!

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