A ppannata dalle assenze di Marine Le Pen, Geert Wilders e Rockerduck, la kermesse fiorentina dell’ultradestra ha comunque visto sul palco alcuni emergenti da tenere d’occhio. Eccone tre.
Gaston Neomelodique: espulso dal Ppe quando in un duetto con Nicola di Bari cercò di strappargli il cuore («diceva che è uno zingaro»), questo chansonnier marsigliese contrario all’integrazione («meglio la disintegrazione») ha proposto a Povia di fondare un’alternativa sovranista alla «parata dello stalinismo lgbtq+ di Sanremo»: Sanromolo.
Ailurophobos: la dentatura perfetta e generosamente esibita e il glamour della barbetta sale e pepe ne fanno, secondo gli osservatori più indulgenti, il George Clooney dell’ultradestra cipriota. Difensore intrepido della famiglia e della proprietà privata, sospettoso verso i nuovi arrivati ma affettuoso coi bambini, sconta le antiquate norme Ue contro la candidatura degli schnauzer giganti.
Macho Vileda: propone di imporre accise sui rapporti gay, colpire fiscalmente le scollature poco prosperose (flat tax) e mantenere la libertà di stampa ma limitata alle vocali. Economista madrileno noto come keynesiano moderato, per il suo staff si è ridotto a uno straccio dopo un tè con una laureanda nota per i legami con l’ambasciata russa. Nella tazza la scientifica ha trovato tracce di un isotopo radioattivo dello stronzio.

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