L a salute è mal messa, da tempo è pure peggiorata: caos, liste d’attesa eterne spesso destinate a gonfiare il girone malasanità. Lo studio più recente dice che in Italia i casi superano i 300 mila all’anno. Che esista lo ammette lo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci quando ribadisce l’intenzione di voler depenalizzare gli errori, esclusi quelli dolosi. Quindi se un medico o un operatore per disattenzione, imprudenza, negligenza crea un danno al paziente l’assicurazione pagherà ma penalmente i responsabili ne usciranno puliti. Una pietra e via. “Gran parte delle cause giudiziarie contro i medici finiscono in un nulla di fatto, nell’assoluzione”, confessa il ministro Schillaci. Posto che la malasanità esiste, due son le cose: o quasi sempre è figlia del destino o quasi sempre a toppare è la Giustizia. Si dice che la paura del processo porterebbe i medici ad adottare la “medicina difensiva” ovvero a ordinare, per pararsi dal rischio, un mare di esami che gravano sui conti dello Stato e sulle tasche dei cittadini. È tempo che la Sanità nel suo complesso sia dotata di norme e linee guida puntuali, di regolamenti che aiutino i sanitari a svolgere serenamente la professione ma anche a rendere giustizia a quanti soffrono per malasanità. Una sentenza non rimedia una vita, ma aiuta a credere che in questo Paese chi sbaglia paga.

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