I l Governo annuncia che l’Agenzia delle Entrate l’anno scorso ha recuperato 25 miliardi di evasione fiscale: bene. Al pareggio ne mancano altri 90 ma il risultato non è male; finalmente si va nella giusta direzione visto che gli incassi aumentano fino a raddoppiare, nel 2023, quello di quattro anni prima. Dal “pizzo di Stato” (copyright del Governo) si è passati al “pizzo allo Stato” grazie al braccio operativo dell’Agenzia delle Entrate che giostrando tra Covid e scivoli è riuscita a spuntare le unghie ai furbi che fanno fessi gli onesti. Il punto è che nonostante il colpo di reni l’evasione ha ancora numeri troppo alti e così il vice ministro Maurizio Leo per abbassarli ha inventato il concordato preventivo dei tributi. L’Agenzia discute con le partite Iva l’importo da pagare nei due anni successivi, quindi prima del versamento dei tributi anziché dopo, come avviene ora. Non è detto che Il concordato ante anziché post funzioni da deterrente all’evasione, i dubbi restano. Dopo i ravvedimenti, gli abbuoni e i condoni si passa al “Fisco amico” che per conseguire il risultato deve trovare un “amico del Fisco”, più raro di un Gronchi rosa sbagliato.

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