F atta la legge trovato l’inganno non è un modo di dire ma di fare. Nel Paese degli azzeccagarbugli chi ha un briciolo di furbizia fa saltare il banco. Non è tanto l’occasione a fare l’uomo ladro quanto le leggi studiate apposta per intorbidire le acque e scritte in aramaico antico che neppure il gran consiglio dell’Accademia della Crusca riuscirebbe a decifrare. A questa “burocrazia attiva” si aggiunge quella “passiva” che il dirigente dell’amministrazione pubblica fa scattare quando vede nero. Ha paura, gli tremano le mani scartabellando leggi che rimandano ad altre leggi e ad altre cento ancora. Prima di firmare, se pure firma, ci perde la testa e intanto il tempo vola, la macchina amministrativa si blocca, i lavori slittano, i costi aumentano e così prosperano le famose incompiute. Per tentare di uscire dall’impasse la politica propone di assicurare ai dirigenti l’assistenza legale, cioè firma tranquillo perché se anche sbagli avrai la difesa assicurata. Focherello. C’è chi ricorderà che nel 2005 con la “taglia-leggi” il ministro di allora Roberto Calderoli con un simbolico falò annunciò che avrebbe dato alle fiamme 9 mila leggi inutili. Fece solo finta. Quel fuoco non bruciò allora e a distanza di tanti anni non è mai stato acceso visto che quella montagna di carte inutili è ancora dove Roberto Calderoli l’aveva trovata.

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