M olti, moltissimi, in Occidente, anche quelli che non lo sanno, sono di cultura cristiana e civiltà cattolica. Io fra questi. Anche i non credenti e i non devoti ascoltano il Papa perché gli riconoscono l’autorità morale che il suo alto magistero gli conferisce. Proprio perché figli naturali di questa religione non rinunciamo a esercitare il libero arbitrio e, di conseguenza, il libero pensiero: che la Chiesa ammette e difende come valore. Non deve quindi intendersi atto avversativo dissentire da qualche idea del pontefice quando parla non ex cathedra. Purché lo si faccia con deferenza e il dovuto ossequio alla sua persona. Sentiamo pertanto di poter dire che ci ha sconcertato il paragrafo finale della sua “esortazione apostolica” «Laudate Deum», che tratta del cambiamento climatico. Papa Francesco esprime una sua certezza: causa di questo disastro planetario è lo «stile di vita irresponsabile legato al modello occidentale». Parole tombali sulla società cui apparteniamo. Santità, l’Occidente non è il male dell’umanità. É stato, piuttosto, il crogiuolo in cui si sono sviluppati cultura, civiltà e benessere. Occidente e cristianesimo sono le due facce di uno stesso mondo. Non invochiamone il dissolvimento. La fine dell’uno è la fine dell’altro. Una società di francescani sarebbe destinata a spegnersi in brevissimo tempo.

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