C erte volte – per esempio ieri – la sensazione è che per questo governo la destra non sia tanto una posizione politica quanto un colorante. La circolare Valditara contro i telefoni a scuola, per dirne una, vuole apparire una stretta al malcostume di chattare in aula o di filmare il ripetente che prende a sberle un supplente. Ma in effetti (non lo certifica una gazzetta sovversiva ma l’Ansa) il provvedimento ripropone “la circolare e la successiva direttiva del 2007 dell’allora ministro dell’Istruzione Fioroni”. E per maggiore innocuità, non prevede sanzioni per chi contravviene. Altrettanto velleitario l’annuncio di guerra contro lo Spid, che si vorrebbe sostituire con le carte d’identità digitali. A parte che poi andrebbe gestito il broncio dei 33 milioni di italiani che dello Spid si sono già dotati, ma poi chi fornirà a tutti e in fretta le carte di identità digitali? La stessa amministrazione che eroga tessere sanitarie senza chip perché sorpresa da quella crisi dei semiconduttori che da mesi i giornali subdolamente spiattellano in prima pagina? A parte l’inefficacia e/o l’impraticabilità, che cos’hanno in comune questi annunci? Il colorante, appunto. L’aroma di ostilità al digitale, al tecnologico, alla “diavoleria moderna”. Vogliamo dirlo che al netto della fuffa, tra articolo 18 e omicidio stradale l’ultimo governo che ha fatto cose di destra è stato quello di Renzi?

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