Il caffè di traverso
Caffè Scorretto
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M artedì scorso un “caffè” firmato proprio come quello che state leggendo adesso sentenziava: “Mentre la Consulta si prepara ad ascoltare i proponenti dei referendum, improvvisiamo un po’ di profezie facili facili. Quelli su fine vita e cannabis passeranno lisci, quelli sulla giustizia inciamperanno almeno in parte sulla riforma Cartabia”.
È vero che chiunque può sbagliare una profezia, ma ammetterete che cannarne un intero mazzolino (in prima pagina, peraltro) è un piccolo record.
Certo, in casi del genere un paio di modi per buttare la palla in tribuna si trova sempre. Si può dire che il problema vero è che in Italia il referendum è solo abrogativo, cioè assomiglia a un chirurgo che se deve levarti una verruca da un alluce ti amputa il piede oppure non fa nulla. Ed è vero, ma questo non toglie che quelle profezie fossero sbagliate. Oppure si può dare la colpa alla Consulta strillando che è prevenuta e bigotta. Ma neppure questo renderebbe giuste quelle profezie, e in più sarebbe ingiusto e un po’ meschino. E infatti dispiace che i radicali puntino il dito su Amato definendolo un “giudice politico”, lasciando che la bocciatura tecnica dei quesiti faccia inacidire nel vittimismo quello splendido orgoglio minoritario ereditato da Pannella. Peccato, a volte è liberatorio ammettere di aver sbagliato. Basta il tempo di un caffè.