S e sbaglia il generale Roberto Vannacci nel raccontare questo mondo al contrario non ha torto chi, pur vedendolo diritto e fiero, lo trova strano. Anzi stranissimo quando scopre che ogni giorno oltre trentamila di nostri concittadini telefonano a un mago per tentare di risolvere i propri problemi di salute, di cuore, d’affari, di studi e di carriera. Le associazioni dei consumatori calcolano che ogni anno circa tredici milioni di italiani si rivolgono ai santoni, paragnosti, interpreti dei tarocchi, sensitivi, guaritori spiritisti e spiritati alimentando un fatturato miliardario. Da una parte l’occulto, il mistero e dall’altra il quotidiano: la povertà in aumento, il precariato mascherato da lavoro, migliaia di famiglie che non riescono a pagare le bollette tanto che persino lo Stato, spietato sanguisuga, manda al macero migliaia di cartelle che non incasserà mai per miliardi di euro. Non c’è da scuotere la testa se il cittadino anziché affidarsi alla sanità desaparecida ricorre allo sciamano in servizio h24. Più si è in difficoltà e più si è vulnerabili e nella disperazione ci si aggrappa ai professionisti del raggiro fino a diventarne preda. Ci affidiamo ai santoni ma non trascuriamo i santi a tal punto che quando i napoletani interpretarono un “declassamento” del loro patrono nei muri della città apparve un invito: “San Gennà’ fottatenne”.

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