Ho scritto a Putin
Caffè Scorretto
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H o inviato un’e-mail a Putin. Sì, a Vadimir Vladimirovic Putin. Che da zar democratico mi ha risposto come si usa tra buoni borghesi. «Signor Presidente –gli ho scritto- ha davvero intenzione di passare alla storia distruggendo l’umanità? Se annienta l’umanità non ci sarà più storia. L’orologio terrestre tornerà indietro di milioni di anni. La vita, che è indomabile, ricomincerà a germogliare percorrendo lentamente le strade dell’evoluzione fino alla comparsa di un nuovo essere intelligente. Ma è davvero intelligente chi minaccia di sterminare i suoi simili e annientare la civiltà e le sue opere? Biden non le è simpatico, e la capisco. Neanche a me piace. E nemmeno mi piace Zelensky quando chiede armi, sempre più armi, e jet e missili a lunga gittata. Ma l’orso è lei, lui è la sua vittima. Se intende passare alla storia non ha alternative: ritiri le sue truppe, si faccia monaco, espii le sue colpe in un convento. Sarà ricordato come un grande peccatore ravvedutosi in tempo». «Io sono pronto –mi ha risposto lo zar- a far terminare la guerra, e senza condizioni. Ma voi non dovete umiliarmi oltre un certo limite: o invitate anche me al festival di San Remo o non se ne fa nulla. Ho una dignità da tutelare di fronte al mio popolo e in prospettiva storica. Ditelo a Amadeus: tutto ormai dipende da lui».