È un’estate all’insegna dello “spennaturisti”. Conti salati in nave, in aereo, in hotel e in ristorante. I bar eccellono: si può arrivare a pagare 15 euro uno spritz, ovvero un po’ di Aperol (ma c’è chi riempie le bottiglie originali con liquoracci da tre euro comprati al discount), cinque millilitri di prosecco (meglio se di basso costo) e una montagna di cubetti di ghiaccio.

In Sardegna c’è un ristorante dove si affollano i vip pronti a pagare conti da mille e passa euro (vini esclusi), quando un tre stelle Michelin, simbolo dell’eccellenza gastronomica, in Italia costa 300 euro e a Parigi al massimo cinquecento. Quindi, mezza aragosta consumata nella costa settentrionale della Sardegna costa il doppio che gustare i piatti di Alain Ducasse, il più grande chef vivente.

In un bar a Gera Lario, nel Comasco, è avvenuto l’incredibile. Due clienti hanno ordinato un toast vegetariano con patatine a 7,5 euro e hanno chiesto che il toast venisse tagliato a metà. Alla modica cifra di due euro. Il titolare del bar, messo alla berlina su Tripadvisor, dove i clienti infuriati hanno pubblicato lo scontrino della beffa, non si è scomposto: «Le richieste supplementari si pagano». Cosa che ti scappi la pipì.

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