“A rrivò un’auto, si aprì lo sportello e non scese nessuno: era Antonio Cariglia”. Tra le tante perle d’ironia del giornalista Mario Melloni, in arte Fortebraccio, questa che riguardava l’esponente del fu Psdi, è la più usata quando si vuol correggere, col riso sorvegliato dall’ironia, i costumi. La storia della fermata straordinaria del Frecciarossa alla stazione di Ciampino per permettere al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida di raggiungere Caivano ricorda Fortebraccio, con una differenza: dal treno non è sceso “nessuno” ma un potente ministro della Repubblica italiana. “Tutto lecito. Rete ferroviaria italiana gestore della rete, aveva autorizzato”, è la giustificazione del ministro alle critiche e alle richieste di dimissioni. Può anche essere che la fermata straordinaria per presenziare all’inaugurazione di un giardino a Caivano sia lecita. Ma è anche giusta? Questa è la domanda che a ragione il cittadino rivolge a qualunque rappresentante delle istituzioni dove il lecito non può che fare il pari con il giusto. Accertare il lecito o l’illecito spetta alla magistratura, giudicare un’azione giusta o ingiusta compete, oltre che al Parlamento, alle persone che viaggiano sui treni con i sedili di legno e si levano il cappello quando passa il controllore. In un Paese normale anche chi viaggia in prima classe, quando sbaglia chiede scusa.

© Riproduzione riservata