P oche storie: «esistono solo uomo e donna». Per decisione di Dio e della Natura. Sentenza di Papa Francesco, che di solito fa venire il batticuore ai cattolici tradizionalisti spesso sconcertati dalle sue aperture troppo laiche. Ottenendo, di contro, il plauso dei progressisti, che arbitrariamente e troppo in fretta lo hanno arruolato. Quando ha legalizzato la benedizione delle coppie omosessuali il circo woke e i modernisti di mezzo mondo lo hanno acclamato. Hanno detto e scritto che la Chiesa ha imboccato una strada senza ritorno sul cammino del rinnovamento dei suoi principi fondanti. Hanno definito Francesco il «papa della svolta», il pontefice che costruisce ponti non solo tra terra e cielo ma anche tra religioni diverse, tra sacro e profano. Quando ha assolto i ladri perché il furto è «un ammonimento salutare contro il vizio dell’avarizia», lo hanno inquadrato tra gli anticapitalisti, avverso all’egoistico Occidente, ricco Epulone che lascia cadere dalla sua tavola poche briciole per gli affamati del terzo mondo. Ma ora che andando controcorrente ha sentenziato che i generi sono soltanto due, sulle sue parole è caduto il silenzio imbarazzato dei suoi laudatori. Anche Bergoglio, talvolta, è politicamente scorretto. Ma, a dargli retta, sarà meno difficile orientarsi nei complicati distinguo tra mariti di mariti e mogli di mogli.

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