I l presidente Francesco Cossiga parlando della Rai e delle censure che la politica di turno impone, era del parere che “è preferibile un eccesso di libertà piuttosto che un difetto”. Concordo, anche se ho molti dubbi che in questa Repubblica fondata sul lavoro e sulla lottizzazione quello che più conta non è la presumibile verità ma la superiore disposizione. Vale per la satira come per le fiction. È di qualche giorno la protesta, prima rumorosa poi silenziosa ma non per questo meno fastidiosa, di alcuni politici della maggioranza contrari alla messa in onda della fiction di Rocco Schiavone, il vice questore che a vederlo farsi la canna e fregarsene delle regole non sarebbe da esempio. Ciascuno può dire la sua, compresi quei politici che sfoggiano il potere ma non sempre i buoni esempi. Si dice che Fabio Fazio e chi in via Mazzini fa ancora uso del colbacco siano in uscita. La Rai non cambia, è una folle banderuola che gira come gira il vento politico. Il problema allora non è Schiavone o Fazio, ma la destra e la sinistra che non riescono a staccarsi dalla Rai e a turno pretendono di decidere i programmi precotti dal cuciniere di turno. Ma anziché occuparsi di Schiavone, di Fazio e di don Matteo non sarebbe più saggio preoccuparsi del Pnrr, della salute, della sicurezza, del lavoro, dei giovani, degli anziani e dei migranti?

© Riproduzione riservata