C he cos’è un viaggio, se non evasione? La Guardia di finanza e la Procura di Milano ne sono convinti: nel caso di Airbnb, il colosso mondiale degli affitti brevi in casa-vacanza, l’evasione c’è. Fiscale, però. Sono 779 milioni di euro: quasi quanto il Governo sta chiedendo per la gestione del gioco del Lotto.

Quelli di Airbnb sono statunitensi, ma hanno imparato le italiche tradizioni. Tra queste, non spezzare gli spaghetti quando li si butta in pentola (lo facevano, vigliacchi!) e mai il cappuccino dopo le 11. E poi quell’altra cosa lì… ah, sì: evadere il fisco. Con ogni mezzo e malgrado i lauti guadagni realizzati anche grazie al mare sardo con le villette dietro.

C’è evasione ed evasione: quella contestata ad Airbnb (che, a suo dire, aveva basi legali per non pagare la cedolare secca) è “Titanica”. Dev’essere per questo, che non ha galleggiato. Ma siccome di turismo si parla, in Sardegna ci sono evasioni più complicate: non fiscali (anche se nell’Isola “vantiamo” sapienti maestri), bensì territoriali. Evadere nel senso di uscire dalla Sardegna varcando il mare, o evadere dal resto del mondo per venire da noi, sempre col problema dell’assenza di un ponte sul “Largo del Tirreno” su cui Salvini non si spende. Già, perché la continuità territoriale non è continua e snobba il territorio. E noi paghiamo una specie di cedolare insulare. Secca, pure questa.

© Riproduzione riservata