L avori che gli scandinavi non vogliono più fare. Il Post informa che nel Nord della Svezia la gente tende a non calcolarsi granché, tanto che l’amministrazione di una cittadina ha lanciato una campagna per invitare i cittadini a dirsi almeno ciao “per renderla un posto più piacevole”.

Ma cari vichinghi immusoniti, se il problema è tutto qua potevate anche chiederci una mano, la grande famiglia europea altrimenti che ci sta a fare? Da noi un ciao – come diceva Giolitti di un sigaro e di una croce da cavaliere – non si nega a nessuno. Neanche i più incalliti farabutti si sottraggono al dovere di elargirlo (ogni volta che arrestano una persona sospettata dei più orrendi delitti, i vicini giurano in coro che salutava sempre) e addirittura abbiamo avuto un presidente del Consiglio il cui entourage, per mandare a quel paese gli oppositori e darsi un tono ganzo, liquidava i critici con un ipertrofico “ciaone”.

Perciò se volete noialtri - che siamo portatori di una raffinata civiltà, abbiamo dato all’umanità testi come Il Cortegiano, i galatei di Donna Letizia e Lina Sotis oltre che “Ciao ciao bambina” – veniamo lì, vi salutiamo (così vedete come si fa) e vi diamo qualche dritta sul minimo sindacale di cordialità fra concittadini.

Voi magari per ricambiare ci dite come si fa a far pagare le tasse alla gente. Grazie. Ciao.

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