A lla notizia che il Governo aveva cancellato il regio decreto che istituiva la Società anonima della filanda di canape in Bagnacavallo, il Pil è esploso e la disoccupazione implosa. La ministra per le Riforme, Casellati, ha tagliato altri 22.500 provvedimenti risalenti all’Italia prerepubblicana, ormai fuori circolazione. I parlamentari non possono essere accusati di aver trascurato la legge sull’impiego dei colombi viaggiatori o il regolamento che estendeva ai cittadini di concorrere ai posti gratuiti del Collegio di musica di Napoli. Nonché la cancellazione del decreto del 1872 che “approvava la Società generale italiana per le latrine asportabili e per la fabbricazione dei concimi”; o quell’ altro del 1877 sulle nozze notturne. Nel 2018 il ministro per la Semplificazione Calderoli aveva dato alle fiamme, nella Caserma dei Vigili del fuoco di Roma, 375 mila atti stipati in 150 scatoloni alti 2 metri. Stesso film: lo Stato continua a macinare carte inutili che, piccolo particolare, non fanno cassa ma non brucia le accise. Il Governo ripete che le imposte sono necessarie ma che prima o poi ci arriveremo: a tirarle su. Diciamo la verità, le accise sui carburanti non è carta straccia prerepubblicana ma carta filigranata lavorata dai contribuenti; chiedono allo Stato che nell’equità pretenda il dovuto da ciascuno. Non è vangelo, è giustizia.

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