Bistecche e tasse
Caffè Scorretto
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H o tentato di pagare le tasse con un sorriso ma hanno chiesto contanti. È la battuta di chi non vorrebbe pagare dazio ma che resta impigliato nell’ingiusta giustizia fiscale. Tutti promettono ma alla fine le tasse aumentano e intanto star e cummenda veleggiano nelle isole dello spasso a zero incasso per lo Stato dove sono nati e ingrassati. C’è chi ha usato la beffa per cambiare l’andazzo. Corrado Tedeschi nel 1951 fondò il Partito Nettista Italiano che per il simbolo, una vitella, venne battezzato Partito della bistecca. Aveva un programma accattivante, anche troppo: feste, poco lavoro e molto guadagno, tombole, lotterie, compagnie di varietà e pagliacci di Stato, 450 grammi di bistecca al giorno ma se pesa un chilo pure meglio, gli impiegati dello Stato mandati in pensione e in villeggiatura con stipendio doppio. Chiusura delle prigioni perché con la bistecca assicurata spariranno i furti e gli omicidi. Infine il pezzo forte che completava l’opera beffa: abolizione di tutte le tasse. La burletta elettorale evaporò in una risata, dalle urne lo 0,02. Dal Partito della bistecca siamo ai Partiti delle tasse. Nessuno promette di abolirle ma di aggiustarle a misura degli onesti. Applicare lo stesso metro a ricchi e poveri o far pagare di più chi più può e meno chi ha meno: questo il dilemma. Finirà come sempre: pagheranno i soliti quattro fessi.