Bassa intensità
Caffè Scorretto
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Q uando si parla del conflitto in Ucraina - cioè sempre, come è giusto che sia – ogni tanto qualcuno opportunamente ricorda che prima della guerra conclamata nel Donbass ce n’era stata una molto lunga “a bassa intensità”. Che a dispetto del nome sdrammatizzante ha fatto circa 15mila morti, dal 2015 fino a quando Putin ha avviato l’invasione.
Il numero è impressionante: significa che moltissime e moltissimi ogni mattina hanno aperto gli occhi senza escludere che quel giorno avrebbero incontrato la morte, o sarebbero rimasti orfani, o vedove, o vedovi. O gli avrebbero ammazzato un figlio. Poi, appunto, è arrivata la guerra vera.
Ora che siamo abituati a concepire le catastrofi, ora che Caino a tre ore di aereo da noi ci ha strattonato le coscienze, consideriamo anche un altro dato. Da anni in Italia c’è l’equivalente di una guerra a bassa intensità, almeno quanto ai numeri. Le trincee sono i luoghi di lavoro, le vittime – in quello stesso periodo – circa ottomila. Tre al giorno, per anni. Quelle di ieri si chiamavano Antony Turnone – 30 anni, folgorato in Puglia dall’alta tensione – e Giacomo Turra – 52 anni, schiacciato dal muletto nel Mantovano.
Li ha uccisi il nostro modo di produzione.
Però tranquilli: nessuno ci sanzionerà.