D efiniamo pagine nere della Storia i periodi di barbarie che hanno punteggiato le azioni dell’uomo. Per lo più in coincidenza con lo sviluppo della tecnica e delle armi. Forza e violenza brute ne sono state le manifestazioni. Oggi se n’è aggiunta una, immateriale e subdola, che si annida nel fenomeno della comunicazione istantanea: la barbarie elettronica. Con l’avvento dei social è esplosa e si è diffusa come metastasi all’interno della società globalizzata. Il californiano Jonah Peretti, indagatore del comportamento delle masse in internet, denuncia: «Il web è dominato da psicopatici». Giudizio severo, ma appropriato. Sostengono l’assurdo, aboliscono la logica: il vaccino è il cavallo di Troia dei poteri occulti; attraverso un siero inefficace iniettano un agente patogeno che annienta la volontà; c’è un piano di sterminio programmato; il Covid non esiste, è solo un pretesto; la scienza è ingannatrice. Approfittando di un’anomia globale, ossia della mancanza di precise norme sociali sull’uso del web, invocano libertà assoluta. Non sanno o fingono di non sapere che la vera libertà non è assoluta, bensì temperata da regole democratiche. Gaetano Salvemini li bollò prima che nascessero: «Rivendicano le loro libertà in base ai principi nostri e negano le nostre libertà in base ai principi loro».

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