I broker di turisti da un po’ ne scaricano due o tre pullman alla volta in cima al Terrapieno, davanti ai giardini pubblici, così che si inerpichino per via Badas e si godano la severità medievale dell’ingresso alla città alta, lo scorcio suggestivo di Castello sulla sinistra e poi l’eleganza da stampa giapponese delle acque viste da Buoncammino.

Purtroppo c’è un purtroppo: quella strada che in cima si strozza è un percorso obbligato per molte auto.
Se intruppate turisticamente, anche le cento persone più sagge e sensibili del mondo sviluppano un’indifferenza ottusa da mandria ai fenomeni esterni. E invece se messe individualmente al volante si lasciano possedere dall’aggressività ansiosa di chi non vuol finire clacsonato, bestemmiato e imbottigliato perché intanto c’è il verde dall’altra parte. Perciò entrambe le tribù si infilano in quel budello borbottando rispettivamente “Eh, vedrai che già si fermano”, “Eh, vedrai che già si spostano”.
Se nella stagione turistica applicassimo a quei due semafori un “Avanti-Alt” per pedoni, dividendo in tre il bottino di minuti che ora si spartiscono i guidatori da e verso Villanova, la sera a cena sulle navi da crociera si parlerebbe di Cagliari senza l’astio e la paura di chi si è sentito sfiorare una natica (o la sedia a rotelle, è successo anche questo) dal retrovisore di un’auto nervosetta.

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