Q ualche giorno fa un runner è stato aggredito e ucciso da un orso in Trentino. Immediata la rappresaglia: abbattiamo l’animale. Questo succede nel nostro pianeta vilipeso, offeso, devastato dalla mano dell’uomo, dall’industrializzazione, dall’inquinamento, dall’emissione di gas serra. Si uccidono gli animali che osano vivere nel loro habitat naturale. A oggi, il 23% dei mammiferi, il 14% degli uccelli, il 25% dei rettili e il 41% degli anfibi è a rischio di estinzione. È vero che l’estinzione degli animali è un processo naturale, ma è anche vero che l’uomo l’ha accelerata, se non addirittura provocata, con deforestazione, agricoltura intensiva, industrializzazione. Secondo le stime delle associazioni ambientaliste, le specie animali (soprattutto mammiferi e uccelli) in grave pericolo di estinzione sono 5.000, mentre sono 73 le specie estinte di recente: si va dalla tartaruga nera dal guscio molle (Nilssonia nigricans) al geco di Christmas Island (Lepidodactylus listeri), passando per l’orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah) e l’ara di Spix (Cyanopsitta spixii). In questo scenario desolante, si dà la caccia all’orso per decisione dell’animale più crudele e pericoloso del pianeta: l’uomo.

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