È l’ultimo, decisivo colpo ai trafficanti di droga. In questa Pasqua ce ne stiamo accorgendo nei supermercati: le uova di cioccolato costano il 25% in più rispetto a un anno fa. Festa amara.

Però la criminalità ha trovato una via alternativa agli stupefacenti per fare soldi facili, tanti e subito. Via le distese di papaveri da oppio, ché è roba vecchia, rischiosa, poco remunerativa rispetto alla coltura del cacao, che in un anno ha quadruplicato il prezzo: dai 2.500 dollari alla tonnellata agli attuali diecimila. Se continua così, la mafia si convertirà dagli stupefacenti al cacao: peraltro, se la beccano, non deve nemmeno pagarsi un avvocato. Al massimo, un dietologo.

Il fatto è che per il terzo anno consecutivo il raccolto di cacao è andato male per via di clima siccitoso, malattie e invecchiamento delle piante nell’Africa occidentale. E figuriamoci se i fondi speculativi non ci fanno subito la cresta con i futures , acquistando le produzioni dei prossimi anni a prezzo bloccato (e alto): l’hanno fatto per otto miliardi di dollari. Il prezzo vola, il cioccolato diventa roba da ricchi e colossi come Ferrero, Mars e Nestlé sudano freddo, per via del clima impazzito. A proposito: ai negazionisti del surriscaldamento globale, per questa Pasqua uova di fango indurito. La coerenza non conosce dolcezze.

© Riproduzione riservata