S ergio Marchionne viveva il presente immaginando il futuro, l’abc per chi si è dato alla politica, saltando le elementari. “Un Paese – scriveva nove anni fa l’uomo Fiat- dove ogni certezza viene messa in dubbio, dove gli accordi si firmano ma poi si possono anche non rispettare, dove una norma può essere letta in un modo ma anche nel suo contrario, dove la volontà di una maggioranza è negata da un’esigua minoranza”. L’avessero ascoltato oggi il Paese sarebbe migliore. Sorvolando i pensieri che sembrano mutuati dai poveri amministratori di “Basciura”, il paese immaginario raccontato da Antonio Garau, due fatti confermano l’attualità di Marchionne. Le concessioni balneari e il passaggio al mercato libero di luce e gas. L’Europa da tempo chiede di rispettare le direttive che i governi italiani hanno sottoscritto ma che da 18 anni rinviano per tenere buoni i titolari degli stabilimenti. Il Governo pensando di far fessa l’Europa ha fatto diventare sabbia anche il Gennargentu per dimostrare che abbondiamo di spiagge libere da assegnare senza dover smontare l’ombrellone amico. Il bluff ha fatto sorridere. A qualche mese dall’avvio del libero mercato dell’energia il Governo si accorge che per il cittadino sarebbe un disastro finanziario. Soluzione: rinviare fino alle “calende greche”. Sperando che Bruxelles salti la metafora che da noi è “mai”

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