N ei giorni scorsi Vittorio Cravotta ha scritto alla nostra pagina delle lettere che le zanzare sono più piccole, intraprendenti e aggressive di qualche tempo fa, oltre che “a prova di ciabatta”, e le loro punture lasciano gonfiori più vasti e fastidiosi. A occhio, o meglio a pelle, ha pienamente ragione. Però non bisogna abbattersi. Al contrario: bisogna abbatterle. D’altra parte se le zanzare sono più perfide di un tempo è vero anche che abbiamo armi nuove. In particolare le racchette elettriche. L’importante è non pensare di vincere con gesti atletici alla Sinner: essendo molto più piccola e spregiudicata di una pallina, la neozanzara sfugge al campo visivo e fa fare figure imbarazzanti davanti ad astanti e conviventi. Per spuntarla bisogna aspettare la notte, andare a letto comportandosi secondo consuetudine – i più astuti fischiettano sommessamente – ma tenendo l’arma a portata di mano. E al primo ronzio va passata lentamente, un po’ tipo metal detector, sopra la sagoma del proprio corpo inlenzuolato. Più e più volte. Con un po’ di tenacia a un certo punto si sente un “pop!” e subito dopo, quando la nemica è intrappolata nel reticolo di metallo elettrificato, un delizioso crepitio. Come un microscopico fuoco d’artificio sparato per festeggiare che fra tutte le cose che ci guastano il riposo e ci appesantiscono le notti almeno una si è dissolta.

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