La discesa dei Candelieri, l’antico rito patrimonio dell’Unesco
Si ripete ogni anno il 14 agosto a Sassari, immutato da secoli. Ecco come nasce, cosa significa e come si svolgeIl 14 agosto di ogni anno si ripete a Sassari, praticamente immutata da secoli, la Discesa dei Candelieri (Faradda di li Candareri in sassarese). Spettacolo e fede si fondono in un momento di ritrovo tra i più sentiti dell’intera Isola, quello in cui l’intera comunità sassarese si unisce lungo le vie cittadine sino ad arrivare alla chiesa di Santa Maria di Betlem.
La Discesa dei Candelieri dal 2013 è inserita nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, è dunque riconosciuta come patrimonio dell’umanità. Una grande evento di partecipazione collettiva con protagonisti principali i Gremi, i portatori dei Candelieri, le autorità civiche e la folla che si accalca lungo il percorso della Discesa.
La storia del rito sardo patrimonio dell’Unesco
Secondo la tradizione, nel 1528 un’epidemia di peste terminò il 14 agosto per intercessione della Vergine e di San Sebastiano. Sassari formulò un voto a entrambi, ma solo il voto alla Madonna sopravvisse nel tempo come processione della Vigilia dell’Assunta. Dal XVI secolo ogni 14 agosto i gremi avrebbero portato in processione i candelieri da piazza Castello alla chiesa di Santa Maria di Betlem. Nel 1531 fu disciplinata la discesa con un’ordinanza che stabiliva l’ingresso dei Candelieri all’interno della chiesa di Santa Maria di Betlem.
I gremi
Sono le corporazioni di arti e mestieri che animano dal XVI secolo la vita religiosa e politica della città. In antichità rappresentavano specifici mestieri, oggi operano come delle vere e proprie confraternite religiose laiche. Ogni gremio è presieduto da un Obriere Maggiore, che ha l’onore di rappresentare l’intera corporazione portandone la bandiera in ogni pubblica manifestazione. Al secondo di bandiera invece spetta l’organizzazione della Discesa dei Candelieri e la rappresentanza in tale occasione. Le cariche vengono rinnovate ogni anno. I gremianti, divisi tra novizi e anziani, sfilano in ordine di anzianità indossando la divisa del proprio gremio.
Sono 11 i gremi ammessi alla Discesa dei Candelieri: macellai, fabbri, viandanti, piccapietre, falegnami, contadini, calzolai, ortolani, muratori, sarti, massai.
Cosa rappresentano i Candelieri?
In origine la cera votiva veniva portata in “macchine” che col tempo hanno assunto la forma di colonne lignee, che non superano i 4 quintali di peso. Hanno una parte superiore a forma di capitello su cui vengono sistemate le bandierine e il gagliardetto col nome dell’obriere di Candeliere. Dalla punta pendono i nastri colorati, arrotolati e srotolati dai bimbi del gremio. Il fusto del candeliere è alto tre metri e ha un diametro di 40 cm, riporta l’immagine del santo patrono e i simboli del gremio. I candelieri sono ormai il simbolo della città, quello in cui ogni sassarese orgoglioso delle proprie radici e tradizioni si identifica.
La vestizione del candelieri
Il 14 agosto alle primissime ore del mattino ogni gremio preleva dalla propria cappella patronale il candeliere, che è stato custodito lì per tutto l’anno. Dopo una breve preghiera i candelieri vengono trasportati fino alla casa dell’obriere di candeliere o alla sede sociale del gremio, dove inizia la cerimonia della vestizione intorno alle 9.
Il candeliere, spoglio, viene addobbato a festa con fiori e ghirlande, alcuni gremi ci mettono anche spighe di grano. In cima ai ceri viene posto il cappelletto, una corona di bandiere con dipinti e con sopra ricamati i nomi di tutti gli obrieri che si sono succeduti negli anni. Al centro, issata su una croce, la bandiera dell’obriere di candeliere in carica per quell’edizione. A metà mattinata, intorno alle 10.30, il gremio dei Massai raggiunge il sindaco presso Palazzo Ducale, portando con sé la propria bandiera non allestita, con l'asta decorata di grano e rami di oleandro. In corteo, il gremio e la Giunta raggiungono il Teatro Civico, sede primordiale del Comune, dove la Bandiera dei Massai viene allestita e issata sul terrazzo principale. Da quel momento lo storico palazzo diverrà Casa Comunale per tutta la durata della festa e lì il Sindaco attenderà il passaggio della processione.
La Faradda
Il rito della vestizione si conclude di solito alle 13. Dopo una breve pausa nel primo pomeriggio, tutti i candelieri vengono portati in piazza Castello (alle 17) dove, dopo un ringraziamento alla Vergine nella vicina chiesa del Rosario, parte la Faradda (alle 18).
La processione è aperta dalla banda musicale, seguita dai candelieri in ordine di ammissione. Ogni candeliere, accompagnato dal suono del tamburo (per i Gremi dei Braccianti e dei Viandanti anche dal piffero), compie numerose evoluzioni durante il tragitto, oscillando fra la folla, girando su se stesso (facendo così avvolgere i nastri o betti che scendono dalla sommità) o cambiando rapidamente direzione. Secondo una vecchia tradizione, più il candeliere sarà baddarinu (ballerino), più l'annata sarà buona.
Il percorso si snoda lungo corso Vittorio Emanuele, passa davanti al Teatro civico e all’antico “Palazzo di città”, dove il sindaco li attende assieme alla Giunta. Quando anche l'ultimo candeliere passa davanti alla soglia del palazzo, i massai entrano nell’edificio, scambiano la bandiera con il gonfalone comunale e brindano “a zent’anni”, invitando il sindaco ad unirsi al corteo.
Il gremio dei Muratori fa una piccola deviazione in largo Porta Utzeri, dove compie un ballo simbolico per bloccare un nuovo ingresso della peste in città. Poi si unisce a tutti gli altri, e i candelieri raggiungono il sagrato della chiesa di Santa Maria di Betlem, dove dopo l’ingrssso di massai e autorità, i candelieri entrano nella chiesa in ordine inverso rispetto alla sfilata.
Lì i gremianti danno l'ordine di spezzare la croce con la bandiera dell'obriere che sta in cima al capitello perché ritengono che porti fortuna. E dopo una breve cerimonia finale, con l'intervento del Padre Guardiano del convento e dell'Arcivescovo Metropolita di Sassari, il voto si può considerare sciolto fino all'anno successivo.
La festa si conclude quando i massai in corteo con le autorità e il sindaco si recano a Palazzo Ducale, sede del municipio, per dar luogo al rito dell'intregu tramite l'investitura del nuovo Obriere Maggiore.
(Unioneonline/L)