In occasione della festa della donna, che arriva tra l’altro a pochi giorni dall’elezione della prima presidente donna della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ricordiamo le tante donne che hanno scritto la storia della Sardegna.

La storia dell’Isola è costellata di figure femminili di grande importanza, che godevano di libertà e privilegi non comuni per il periodo in cui sono vissute. Sa Femina Sarda è sempre stata l’anima della famiglia.

Qui ne elenchiamo alcune.

Grazia Deledda

La scrittrice nuorese unica donna italiana a vincere il Nobel per la Letteratura. Il riconoscimento le viene conferito il 10 novembre 1927 «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano».

Grazia Deledda fu anche, nel 1909, la prima donna candidata al Parlamento italiano. Si candidò al collegio di Nuoro per il Partito Radicale Italiano, le donne ancora non potevano votare e la sua candidatura fu interpretata come una provocazione per il suffragio universale. Non fu eletta.

Ninetta Bartoli

Altra donna sarda che detiene un primato, è la prima sindaca d’Italia. Nata nel 1896 a Borutta da una famiglia nobile, decide di non sposarsi e resta nel suo paese. Nel 1945, finita la guerra, diventa segretaria della sezione locale della Dc e l’anno successivo decide di candidarsi alla carica di sindaco, sostenuta dai membri più importanti della Dc provinciale. Stravince le elezioni nel 1946 con l’89% dei consensi e resta in carica per 12 anni.

Il giorno dell’insediamento si fa fotografare con indosso il costume tradizionale di Borutta. 

Durante il suo mandato fa costruire le prime case popolari, le scuole elementari, l’asilo, il cimitero, il municipio, l’acquedotto e l’impianto fognario. Si occupa anche del patrimonio artistico, è lei a far restaurare il complesso monastico di San Pietro di Sorres.

Carmen Melis

Anche lei nata a fine ‘800, nel 1885 a Cagliari, è stata un grande soprano. Si trasferisce a Milano con il padre e lì inizia a studiare canto, debuttando nel 1905 a Novar con “Iris” di Pietro Mascagni. Nel corso della sua carriera si esibisce nei maggiori teatri internazionali: da New York a Boston, da Philadelphia a Chicago, da Parigi a Londra fino a Buenos Aires. Oltre, ovviamente, a Roma e alla Scala di Milano. Dopo 28 anni di carriera si ritira nel 1933.

Adelasia Cocco

Nata a Sassari nel 1885, nel 1914 diventa la prima donna medico d’Italia. È anche la prima donna sarda ad aver conseguito la patente, nel 1919.

Sin dalla giovane età è interessata lal professione, e nel 1907 si iscrive alla Facoltà di Medicina a Pisa, dove è l’unica donna. Nel 1910 torna a Sassari dove si laurea tre anni dopo.

Le parole del professor Gughetti («Nessuna donna è in grado di raggiungere un posto eminente nella professione medica») la stimolano a fare domanda per diventare medico condotto in Barbagia, nel 1914. Conquista la fiducia dei pazienti e amplia la sua attività includendo anche il villaggio di Lollove. Resterà sempre a Nuoro, dove morirà nel 1983, a 88 anni.

Maria Lai

Artista conosciuta soprattutto per le sue opere tessili, è nata nel 1919 a Ulassai, in Ogliastra. Fu definita una poetica amanuense del cucito. Maria Lai utilizza materiali tessili che rimandano al passato e alle antiche tradizioni della Sardegna. L’opera dell’artista più rappresentativa e nota è Legarsi alla montagna, manifestazione artistica tenutasi a Ulassai nel 1981 lungo un arco di tempo di tre giorni. 

È stata a Roma, Verona e Venezia, è morta nel 2013 in Sardegna, a Cardedu.

Alcuni suoi lavori sono oggi conservati a Palazzo Grassi a Venezia, a Palazzo Mirto a Palermo, e a Villa Borghese a Roma.

Maria Carta

Nata nel 1934 a Siligo, è stata cantautrice, attrice e politica. Ha saputo aggiornare la tradizione sarda (il cantu a chitarra, il repertorio dei gosos, delle ninne nanne e del canto tradizionale religioso) con arrangiamenti moderni e personali.

Si è ritagliata un ruolo in diversi film e ha stretto amicizia con registi come Pier Paolo Pasolini, Francis Ford Coppola e Franco Zeffirelli. Ne “Il Padrino II” è la mamma di Vito Corleone. Il suo ultimo concerto a Tolosa nel 1993, poi, malata da tempo di tumore, Maria Carta è morta nella sua casa romana a 60 anni. Nel 1994 è stata istituita la Fondazione Maria Carta con lo scopo di promuovere la cultura e la musica della Sardegna.

Emanuela Loi

Nata a Cagliari nel 1967, vanta un triste primato: è la prima agente donna della Polizia di Stato a restare uccisa in servizio. La poliziotta di Sestu è morta nella strage di via D’Amelio, in cui furono uccisi da Cosa Nostra il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Emanuela Loi è stata anche tra le prime poliziotte adibite in Italia al servizio scorte. Emanuela non aveva paura del nuovo incarico ricevuto, tanto da rassicurare i genitori, dopo la strage di Capaci, che non le sarebbe successo niente.

Il 5 agosto 1992, con provvedimento postumo, le è stata conferita la medaglia d’oro al valor civile per la dedizione e il coraggio espressi nel servizio, fino al sacrificio della propria vita.

Michela Murgia

La scrittrice di Cabras, nata nel 1972, è recentemente morta a Roma per un tumore. Scrittrice, drammaturga, è stata anche un’attivista politica e un’opinionista. Con il romanzo Accabadora ha vinto i premi Campiello, Dessì e SuperMondello.

Eleonora D’Arborea

E chiudiamo con una grande donna spagnola del ‘300 che ha scritto la storia dell’Isola. Giudice d’Arborea, ha aggiornato la Carta de Logu promulgata dal padre Mariano IV. Una normativa rimasta in vigore per secoli, fino all’Ottocento quando è stata sostituita con il codice di Carlo Felice di Savoia.

Grande significato simbolico attribuito a Eleonora è dovuto al fatto che il giudicato d’Arborea è stato l’ultimo Stato sardo autoctono ad essere ceduto a regnanti esterni all’Isola. Questo fa di lei una grande eroina degli indipendentisti.

(Unioneonline/L)

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