Cosa vedere a Orgosolo e dintorni, i nostri consigli
Non solo murales, ma anche arte e natura incontaminata nel cuore della Barbagia di OllolaiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La storia raccontata sui muri di un paese-museo. Orgosolo, nel cuore della Barbagia, rivela un profondo legame con le sue radici barbaricine e con usi e costumi di un tempo: è la patria del canto a Tenore, patrimonio dell’Umanità Unesco, nonché paese dei murales.
Cosa fare a Orgosolo? Sono tante le cose da vedere a Orgosolo e dintorni.
Il centro storico
Il borgo dei murales, di quattromila e 500 abitanti, è famoso in tutto il mondo per i suggestivi dipinti che adornano stradine e piazze, case del centro storico e facciate di nuovi edifici. Ecco le tappe essenziali per chi vuole visitare Orgosolo.
Parrocchie di San Pietro e San Salvatore
La gita a Orgosolo non può che partire dalla chiesa dedicata a San Salvatore, in Corso della Repubblica. La struttura ha un’imponente facciata suddivisa in due diverse parti: la parte inferiore costruita in pietra in cui si trova l’ampio portone d’ingresso. L’alta parte superiore in mattoncini rossi con tetto a capanna e ampia vetrata in vetri policromi. Nella cripta è conservato il corpo della Beata Antonia Mesina. Degna di nota è anche la parrocchiale intitolata a S. Pietro Apostolo, nella parte bassa di Orgosolo: costruita nel corso del XIV secolo, è caratterizzata da un’ampia pianta longitudinale. Nella parte posteriore si eleva l’antica torre campanaria. Davanti si trova l’oratorio di Santa Croce, risalente al XVI secolo.
I murales
I murales di Orgosolo narrano di politica e cultura, intimo dissenso e lotte popolari, malessere e giustizia sociale, vita quotidiana e tradizioni pastorali. Alla fine del XIX secolo, il paese assurse alla ribalta per il banditismo: il regista Vittorio De Seta, in “Banditi a Orgosolo” (1961), ne descrive la lotta in difesa delle terre espropriate dallo Stato. Durante il Novecento si sviluppò il fermento culturale, tuttora attivo, del muralismo, in origine strumento di protesta. Vari artisti, sia locali che internazionali, hanno contribuito a creare un museo a cielo aperto: vi si ammira un patrimonio di 150 opere, che colpiscono per vivacità di colori e pregio stilistico.
Sa Dommo e sos Corraine
Sa Dommo e sos Corraine è un museo etnografico che si trova in una tipica casa orgolese. Composta di 15 stanze su 3 piani, è del 1907 ed è arredata secondo le usanze dell'epoca. Non solo, conserva decine di preziosi documenti dei primi del '900. Merita assolutamente una visita.
I nuraghi
Il centro abitato di Orgosolo si distende a circa 600 metri d’altitudine sulle pendici del monte Lisorgoni, propaggine del massiccio del Gennargentu, dominando le vallate attraversate dal fiume Cedrino. Attorno lo spettacolare e impervio paesaggio del Supramonte di Orgosolo: natura selvaggia e incontaminata nel cuore della Barbagia di Ollolai, da esplorare accompagnati da guide esperte, in sentieri di trekking battuti solo da vento, cinghiali e mufloni, per secoli rifugio di banditi e pastori. In questi luoghi incantati affiorano testimonianze preistoriche come domus de Janas, tombe di Giganti e i nuraghi su Calavriche e Mereu. Quest’ultimo si erge a 835 metri d’altitudine sul Supramonte di Orgosolo. Gli abitanti del paese barbaricino lo chiamano nuraghe intro ‘e padente, ovvero “il nuraghe dentro il bosco”. Il Mereu infatti, è difficile da scorgere se si osserva dal basso e a distanza, in quanto circondato dalla foresta di Montes. Tuttavia, una volta raggiunto, permette di ammirare un paesaggio mozzafiato, in particolare verso nord-est, sulle pareti della spettacolare gola di Gorropu. Verso sud, invece, si osservano i profili del Supramonte orgolese e di quello di Urzulei. Il nuraghe, realizzato interamente in blocchi di calcare reperito in loco, presenta una struttura complessa, a pianta trilobata, con un mastio e due torri secondarie raccordate da cortine. Rimangono in piedi la torre principale con la copertura a tholos, integra e alta circa cinque metri, e il bastione del lato ovest.
Bosco di Monte Novo San Giovanni
Una “torre” calcarea con guglie alte fino a 70 metri contornata da specie floreali endemiche rare, da cui godere di una spettacolare vista a 360 gradi sul Supramonte e sul Gennargentu. Non serve altro per descrivere lo spettacolo di Monte Novo San Giovanni, un monumento naturale che si staglia a 1306 metri sopra la foresta di Montes. Da lontano, l’impressione è di un enorme bastione dalla forma quasi regolare, non dissimile dai “tacchi” ogliastrini, in realtà il piano superiore è frammentato in blocchi rocciosi, divisi da profonde spaccature all’interno delle quali crescono endemismi, come ad esempio il ribes sardorum.
(Unioneonline)