Il 12 aprile 1970: una data storica non solo per i sardi, ma anche per chiunque guardi con interesse al calcio e ai fatti di costume del nostro Paese.

Il mondiale messicano - quello del 4-3 alla Germania, per intenderci - è alle porte.Due mesi prima "Chi non lavora non fa l'amore" di Adriano Celentano e Claudia Mori ha vinto Sanremo. Sono i tempi dei figli dei fiori, gli anni a cavallo tra il boom economico e l'inizio della strategia della tenzione. I bambini vanno a letto dopo il Carosello, ma gli occhi dell'Italia - e in parte anche del mondo - sono puntati su quella Sardegna che molti pensavano essere solo terra di banditi e pastori.

Quel 12 aprile di 50 anni fa il Cagliari di Gigi Riva batte il Bari 2-0 (reti di Riva e Gori) in uno stadio Amsicora stracolmo e - complice la sconfitta della Juve all'Olimpico contro la Lazio - mette le mani sul titolo di campione d'Italia. Irrompe con prepotenza nella storia, concludendo una strepitosa cavalcata. I tre punti che dividevano le due squadre a tre giornate dalla fine diventano 5 a 180' dalla chiusura del campionato, per il Cagliari è fatta.

Gigi Riva e mister Manlio Scopigno
Gigi Riva e mister Manlio Scopigno
Gigi Riva e mister Manlio Scopigno

"TUTTO IL CALCIO" - Dall'Olimpico è collegato Enrico Ameri, che irrompe - quando il Cagliari sta già vincendo 1-0 - per annunciare il gol della Lazio. Un'intera Isola impazzisce, all'Amsicora per "Tutto il calcio minuto per minuto" c'è invece Sandro Ciotti.

Che con la sua voce graffiante racconta una curiosità che fa da sfondo a una giornata memorabile. "I carabinieri - dice - hanno potuto trarre in arresto due pregiudicati da tempo latitanti, sorpresi tra la folla che si assiepava all'ingresso degli spogliatoi un'ora circa prima dell'inizio della gara, per tentare di ottenere autografi dai giocatori cagliaritani. Prima di essere portati via dai militi dell'Arma, i due sono riusciti a ottenere gli autografi di Cera e Martiradonna, per quello di Riva dovranno attendere di avere assolto i propri debiti con la giustizia".

Una formazione di quel Cagliari
Una formazione di quel Cagliari
Una formazione di quel Cagliari

CERA E DOMENGHINI - Pierluigi Cera, regista arretrato e capitano, ricorda quella stagione e dice: "La vittoria probabilmente l'avremmo meritata l'anno prima, arrivamo dopo la Fiorentina. Forse ci mancò un po' di convinzione, ma arrivò l'anno dopo, quando partimmo sicuri di potercela fare".

L'aneddoto di Cera su quella che ritiene la "partita decisiva", pareggiata a Torino contro la Juve un mese prima: "Fu protagonista Concetto Lo Bello, che prima assegnò un rigore ai bianconeri e, dopo la parata di Albertosi, lo fece ripetere. Riva gliene disse di tutti i colori e non fu il solo: Lo Bello capì che aveva sbagliato, venne da me e disse 'giocate su Gigi'. Alla prima mischia ci diede il rigore del 2-2 finale".

"Sbaglia - afferma l'ala destra Angelo Domenghini - chi dice quello del '70 fu lo scudetto di Riva. Chi afferma questo manca di rispetto al resto della squadra. Lo scudetto è di tutti noi. Eravamo i più forti, come testimonia il fatto che la difesa subì solo 11 gol in 30 partite, un record che ancora resiste. Penso che, senza l'infortunio che Riva patì nella stagione successiva e continuando a giocare all'Amsicora, avremmo potuto rivincere".

Le nozze d'oro dello scudetto rossoblù si consumano ai tempi del coronavirus, e arrivano nel giorno di Pasqua, la Pasqua più difficile dal Secondo Dopoguerra. "Un po' di paura c'è - ammette Cera - si pensa ai figli, ai nipoti, è dura. E poi si muore da soli, che dramma, che tristezza. Il calcio? I campionati sono finiti, ma è difficile annullare tutto, mettiamoci nei panni di squadre come Lazio o Benevento. Si fa presto a dire cancelliamo tutto. Questo virus ha davvero rotto, perché si attacca in maniera incredibile. Meglio pensare allo scudetto del Cagliari".

(Unioneonline/L)
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