Sampdoria-Cagliari sarà sfida tra Fabio Quagliarella e Leonardo Pavoletti. Troppo riduttivo? Chissà. Una cosa è certa: sia rossoblù che blucerchiati dipendono dai loro gol.

E basta guardare la classifica cannonieri per rendersi conto dell'importanza che il centravanti di Castellammare di Stabia e quello livornese hanno per i propri compagni. Il primo ha realizzato 16 gol in campionato (i doriani ne hanno messi a segno 40), il secondo l'ha insaccata 9 volte a fronte di 21 reti rossoblù. Praticamente la metà.

Sardi e liguri arriveranno alla 25esima giornata in condizioni totalmente diverse. La squadra di Maran è reduce dalla rocambolesca vittoria della Sardegna Arena contro il Parma (2-1), gli uomini di Giampaolo hanno perso a San Siro contro l'Inter con lo stesso risultato.

FATTORE QUAGLIARELLA - Gli aggettivi per il 36enne ex Juventus sono praticamente finiti. Tre campionati italiani, due Supercoppe Italiane, un Oscar del Calcio e il premio Gaetano Scirea "carriera esemplare", senza contare la maglia della Nazionale riconquistata qualche giorno fa. Centonove gettoni con la Sampdoria e 50 gol, 193 in 584 da quando ha iniziato a giocare a calcio. Una macchina, o meglio un Diesel, che ha cominciato a macinare chilometri alla fine di un percorso, anche se guai a dirgli di appendere gli scarpini al chiodo. Sarà il pericolo numero uno per la difesa del Cagliari assieme al compagno di reparto Gregoire Defrel e Manolo Gabbiadini.

FATTORE PAVOLETTI - Sei anni più giovane, ma non sfigura nel confronto con Quaglia. Certo i numeri sono nettamente inferiori al doriano, ma Pavoloso rappresenta tutto nella fase offensiva cagliaritana. Che sia Srna, Joao Pedro, Faragò, Pellegrini a effettuare il cross, l'obiettivo da raggiungere è sempre e solo uno, il numero trenta rossoblù. E il suo pregio e forse anche il suo principale limite, nel senso che può essere prevedibile per le difese avversarie. Finché segna però poco importa. Il suo periodo migliore lo ha vissuto tra il 2015 e il 2017 al Genoa, quando realizzò 25 gol in 47 partite (per lui è praticamente un derby). Poi la sfortunata parentesi al Napoli e la resurrezione a Cagliari che gli ha consentito di entrare nei radar di Roberto Mancini e della Nazionale. Entrambi ce la metteranno tutta e sarà un vero spettacolo.

Filippo Migheli

(Unioneonline)
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