Harvey Weinstein "non ha avuto un giusto processo".

E' quanto scrivono gli avvocati dell'ex re di Hollywood nelle 166 pagine di appello con cui hanno presentato ricorso contro la condanna a 23 anni di carcere per stupro, chiedendo quindi un nuovo processo.

Nel mirino dei legali il giudice James Burke, per aver consentito la testimonianza di quattro donne le cui accuse non sono risultate in un'incriminazione penale: sono state sentite "solo per mostrare Weinstein come abominevole", si legge nella documentazione.

Burke - secondo la difesa dell'ex produttore - non avrebbe permesso a Weinstein di chiamare sul banco dei testimoni un detective della polizia di New York coinvolto direttamente nell'indagine. L'agente aveva parlato con una donna che aveva probabilmente mentito sulle molestie. Non avrebbe inoltre dovuto consentire alla giuria di deliberare sullo stupro di terzo grado in merito a un episodio del 2013. Alle accuse l'ufficio del procuratore di Manhattan replica con una stringata nota: "Risponderemo in tribunale".

Weinstein è stato condannato lo scorso anno per atto sessuale criminale di primo grado e stupro di terzo grado: in totale 23 anni di carcere di cui 20 per l'aggressione contro Miriam Hailey, ex assistente di produzione di "Project Runway", e altri tre per lo stupro di terzo grado (un rapporto sessuale non consensuale) di Jessica Mann.

La sua sentenza è stata l'epilogo del caso scoppiato nel 2017 quando il New York Times e il New Yorker lo avevano portato alla ribalta, scoperchiando uno scandalo. La condanna di Weinstein è stata un vittoria per il movimento del #MeToo che ora però segue con apprensione il nuovo capitolo della battaglia in tribunale.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata