Non si può dire che Gerusalemme è la capitale d'Israele, tanto meno in televisione e in una trasmissione seguitissima come L'Eredità, perché significa fare "informazione errata".

Il tribunale civile di Roma ha accolto l'istanza dell'associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese e l'associazione Palestinesi ordinando alla Rai di trasmettere, nel corso della prossima puntata, una rettifica rispetto a quanto successo il 21 maggio.

Alla domanda su quale fosse la capitale d'Israele una concorrente aveva risposto Tel Aviv, risposta classificata come errata. "E' Gerusalemme", era stato detto nel corso della trasmissione. E la svista, nella città contesa tra popoli e religioni, non era passata inosservata.

Il 5 giugno il conduttore Flavio Insinna, leggendo un comunicato, era tornato sull'argomento dicendo che la trasmissione si era trovata al "centro di una controversia" e che sulla questione esistono posizioni diverse. Per cui, alla luce di ciò, "abbiamo ritenuto di non entrare noi che non abbiamo titolo, in una disputa così delicata".

Una dichiarazione che però gli avvocati non hanno ritenuto sufficiente: per questo si sono rivolti al giudice, che ora ha ordinato una rettifica in cui si dica espressamente che "il diritto internazionale non riconosce Gerusalemme quale capitale dello Stato di Israele".

(Unioneonline/D)
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