Le paure sono tigri di carta - e ora, qui, adesso, giù giù giù a mille piedi, tra il cielo e il mare e il niente, ora, qui, adesso, Amelia Mary Earhart lo capì come mai prima. «Le paure sono tigri di carta», e la morte, la morte è un attimo. Così la vita.

«Un dollaro, signorina» Successe tutto una mattina quando il padre, l'avvocato Edwin Earhart, la portò a un raduno aeronautico al Daugherty Airfield di Long Beach, Los Angeles, California. Pagando un dollaro salì a bordo di un biplano. Il giro turistico sopra la città durò dieci minuti. Ma tantò bastò perché quel giorno, a ventitré anni, l'allieva infermiera Amelia Mary Earhart lasciasse la scuola e il sogno di salvare il mondo. Lei, quel mondo, lo voleva conquistare.

Amelia Earhart (foto National Geographic)
Amelia Earhart (foto National Geographic)
Amelia Earhart (foto National Geographic)

La famiglia era ricca. Chiese un biplano, la madre glielo comprò. Chiese un istruttore di volo, il padre glielo assoldò. Quando raggiunse quattordicimila piedi e stabilì un record femminile, uno dei primi in assoluto, tutti capirono che Amelia Mary Earhart avrebbe avuto un grande futuro. D'altronde, era solo il 1928. La Banca d'Italia sceglieva il suo primo governatore; Federico García Lorca pubblicava "Romancero gitano"; alla Fiera di Milano, durante la visita del re Vittorio Emanuele III, una bomba uccideva venti uomini. Il 21 aprile George Palmer Putnam, editore, autore, esploratore, le affidò il primo volo atlantico della storia. Poi si innamorò di lei, o forse successe prima, e questo non lo sappiamo, ma quando, il 17 giugno, dopo ventun ore, Amelia Earhart, il pilota Stultz e il copilota Gordon, a bordo di un Fokker F.VII, atterrarono in Galles, George Palmer Putnam la strinse forte e le disse: «Sposami».

Le paure sono tigri di carta Iniziò così. Sceglievano l'impresa, pianificavano il viaggio, lui trovava i soldi, lei partiva. Il mondo li acclamava. Scrivevano libri, insegnavano nelle università, i presidenti si facevano fotografare insieme a loro, i giornalisti li inseguivano. Amelia, poi, con quei ricci biondi al vento, era così bella, così libera. «Le paure sono tigri di carta», diceva, mentre stringeva intorno al collo un foulard di seta rossa. «Facciamolo» Il resto è storia. In ordine sparso: nel 1931, pilotando un autogiro Pitcairn PCA-2, raggiunse i diciottomila piedi; nel 1932, con un Lockheed Vega equipaggiato con segnatempi Wittnauer, in quattordici ore e cinquantasei minuti volò da Terranova a Londonderry nell'Irlanda del Nord; nel 1933 attraversò gli Stati Uniti senza scalo; e nel 1934 il Pacifico, da Oakland a Honolulu. «Adesso ci manca solo il giro del mondo», disse il marito. «Facciamolo», rispose la moglie.

Amelia Earhart (foto National Geographic)
Amelia Earhart (foto National Geographic)
Amelia Earhart (foto National Geographic)

Il giro del mondo La Purdue University, West Lafayette, Indiana, riuscì a stanziare, con l'Amelia Earhart Fund for Aeronautical Research, cinquantamila dollari per finanziare l'acquisto del monoplano bimotore Lockheed Electra L10. «Un gioiellino, signora Earhart», applaudì il rettore. «Un laboratorio volante», lo corresse lei. Che aveva chiesto agli ingegneri grandi serbatoi lungo la fusoliera e piccoli finestrini oscurati.

In Fred Noonan, navigatore di volo, capitano di mare, pioniere dell'aviazione, trovò il suo copilota. Uomo di azioni e di silenzi, magro, teso, in guardia, ascoltò il suo incarico - quarantasettemila chilometri su rotta equatoriale - senza chiedere spiegazioni. Ombre scure sull'Oceano Amelia Earhart e Fred Noonan morirono il 2 luglio de 1937. «But gas is running low». «+corsivo base»Stiamo volando ma il carburante si sta esaurendo«+tondo base», dirà lei, alle 7.42, via radio, alla guardia costiera Itasca, stazionata a Howland. Ma ora, qui, adesso, giù giù giù a mille piedi, tra il cielo e il mare e il niente, ora, qui, adesso, le ombre scure sull'Oceano, le tigri di carta sul cuore, Amelia Earhart capì, comunque, di non aver fallito.

Da vedere La storia di Amelia Mary Earhart Atchison (24 luglio 1897 - Oceano Pacifico, 2 luglio 1937), aviatrice leggendaria, ha ispirato romanzi, film, una puntata di Star Trek, una canzone di Joni Mitchell, un fumetto di Corto Maltese. "AMELIA EARHART. UNA VITA IN VOLO" è il documentario che il National Geographic sta trasmettendo, a firma Robert Ballard, l'esploratore che, nel 1985, trovò il relitto del Titanic.
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