"Sì, Asia mi ha violentato. È stato un rapporto completo". Jimmy Bennett, l'attore californiano che ha accusato Asia Argento di averlo molestato sessualmente quando era minorenne, torna all'attacco e ripercorre quanto accaduto cinque anni fa in un intervista a Massimo Giletti a "Non è l'Arena" su La7.

"C'è una perfetta corrispondenza tra lo schema Asia e lo schema Weinstein. Anche Asia - sottolinea Bennett - ha abusato del proprio potere".

L'INCONTRO - E poi prosegue: "Ci siamo incontrati al Ritz Carlton a Marina del Rey in California. Ero con un accompagnatore che è salito fino alla stanza dell'albergo. Asia era entusiasta e mi guardava dritta negli occhi, poi ha dato uno sguardo al mio accompagnatore e gli ha chiesto: 'Ma tu chi sei?'. Lo ha fatto sempre sentire un intruso durante l'incontro e quindi il mio accompagnatore ci ha lasciato soli. Tutto poi accade molto rapidamente - ricorda Bennett - . Asia mi ha offerto dello champagne e ha iniziato a fumare una sigaretta mentre mi raccontava del film che intendeva girare con me. Mi ha preso il viso e mi ha guardato e mi ha detto: 'Mi sei mancato tantissimo' e ha iniziato a baciarmi. La mia interpretazione era che mi stesse mostrando il suo affetto. Il bacio si è prolungato e ho avuto l'impressione che non fosse un bacio amichevole ma che stesse cercando di esplorare la situazione. Dopo Asia ha appoggiato le mani sul mio corpo in modalità diverse e poi mi ha spinto sul letto e mi ha slacciato la cintura e i pantaloni".

LA CHIAMAVO MOM - Sul suo rapporto con Asia Argento, Bennett ricorda di averla chiamata mamma. "Sul set di 'Ingannevole è il cuore più di ogni cosa' (film del 2004 diretto da Asia Argento, ndr) Asia era come una seconda mamma, questo è il sentimento che ci ha legato dal primo giorno. Il nostro rapporto è sempre stato molto ravvicinato. Asia era molto concentrata sul film e voleva incarnare il rapporto madre e figlio in modo che fosse più realistico possibile, ma sembrava andasse oltre l'aspetto professionale".

#METOO - Giletti gli domanda se non pensa di aver danneggiato il movimento #Metoo. "Non penso che questa vicenda danneggerà il movimento #MeToo. Abbiamo visto molte attrici che hanno denunciato le azioni malvagie di Weinstein. Il movimento di Asia punta il dito contro chi abusa del proprio potere. Io ho provato la stessa sensazione. Anche Asia ha abusato del suo potere".

IL SUCCESSIVO INCONTRO - Successivamente "è stata Asia, nel 2013, a propormi l'incontro via Twitter e poi con mail private abbiamo stabilito di incontrarci. Non ero sorpreso, sapevo che prima o poi ci saremmo incontrati ed ero contento di vederla. Mi parlava di un film italiano al quale lei volesse che partecipassi. Ricordo però che mi sentivo un po' strano. Asia continuava a inviarmi delle foto e dei bigliettini che scriveva nella sua stanza di hotel. Per me c'è sempre stata una barriera culturale, non sapevo se il suo atteggiamento fosse una maniera di mostrare affetto e quindi non sapevo cosa aspettarmi. Per me - dice ancora Bennett - era come incontrare una amica".

(Unioneonline/s.a.)

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