Il controllo in continuo e in remoto dei livelli glicemici dei pazienti è fra le innovazioni più significative dell’ultimo decennio in diabetologia. Si tratta di tecnologie sempre più efficaci, affidabili e in continua evoluzione che, consentendo un monitoraggio - costante e a distanza - della glicemia, soprattutto per i pazienti le cui condizioni richiedono ripetute misurazioni nell’arco della giornata, hanno ricadute di grande positività. E i particolare con le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19.

A dimostrarlo un'indagine condotta dall'istituto di ricerche IQVIA tra il 2019 e il 2020 sul web, in relazione alle conversazioni in materia di diabete che, nel 21 per cento dei casi, fanno riferimento proprio ai sistemi di controllo della glicemia.

"Oggi i pazienti hanno bisogno di informazioni qualificate, e le conversazioni sul web e la condivisione di esperienze attraverso i social network guidano le scelte dei pazienti perché sembrano mancare riferimenti istituzionali e fonti garantite che possano supportali per una migliore gestione del diabete – spiega Isabella Cecchini che ha condotto l’indagine - il web può rappresentare una fonte fondamentale per il paziente diabetico, di approfondimento, scambio e di empowerment".

"Durante il lockdown dovuto alla pandemia – ha proseguito la ricercatrice - le conversazioni si sono concentrate sull’aumentato rischio per i pazienti diabetici, le difficoltà di contatto con il medico e di accesso agli ospedali, e sulla telemedicina come opportunità per mantenere la relazione con il medico e garantire follow up e controllo".

L'IMPORTANZA DEL CONTROLLO GLICEMICO - Le evidenze clinico-scientifiche dimostrano sempre più che un controllo ottimale della variabilità glicemica consente di contrastare al meglio le molte complicanze della patologia diabetica: le crisi ipoglicemiche con conseguenti ricoveri ospedalieri e interferenze sulla produttività, l’aggravamento del quadro cardiovascolare e la generale compromissione del precario equilibrio clinico dei pazienti. A questi elementi si aggiungono poi gli importanti aspetti legati alla qualità della vita dei pazienti: l’interferenza con le attività quotidiane che richiedono le ripetitive misurazioni della glicemia con metodi tradizionali e il superamento dell’ansia che spesso deriva dal timore che, da un cattivo controllo, possa derivare una grave crisi ipoglicemica.

"Il protagonismo dei pazienti e il loro ruolo attivo sono condizioni essenziali per una buona gestione del diabete – sottolinea Teresa Petrangolini, Direttrice del Patient Advocacy Lab, Università Cattolica del Sacro Cuore – se le nuove tecnologie vanno incontro a questa esigenza di engagement, non possono che essere uno strumento positivo per assicurare qualità della vita e sicurezza delle persone".

In Italia il contrasto alla patologia diabetica interessa oltre 3 milioni di persone e comporta una spesa sanitaria di 20 miliardi di euro: di questi, 9 miliardi - l’8 per cento del fondo sanitario nazionale - sono generati da costi diretti (farmaci, ricoveri ospedalieri e assistenza) e 11 miliardi da costi indiretti, prevalentemente connessi alla perdita di produttività.

"Le tecnologie digitali per il diabete - spiega Andrea Lenzi, Ordinario di Endocrinologia all’Università di Roma La Sapienza (Policlinico Umberto I) - hanno il potenziale di aumentare l'accesso alle cure, ridurre i costi e migliorare i risultati clinici e la qualità della vita del paziente. Vanno superati alcuni ostacoli gestionali così come sono sicuramente da risolvere le incertezze legislative circa le responsabilità medico-legali sull’utilizzo di dati potenzialmente consultabili ed interpretabili in tempo reale e 24 ore su 24, ma bisogna lavorare per lo sviluppo di un sistema di economia sanitaria che preveda rimborsi ad hoc per le prestazioni di tele-visita, tele-monitoraggio, tele-consulto, così come la valutazione della qualità delle prestazioni erogate”.

(Unioneonline/v.l.)
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