"La paralisi delle attività sanitarie di screening ha raggiunto livelli allarmanti in quasi tutti i campi, ma a preoccupare maggiormente è l'allungamento delle liste d'attesa che riguardano tutti quegli esami per i quali la tempistica può realmente fare la differenza. Penso alle oltre 500 donne sarde che da mesi sono in attesa di poter effettuare i controlli senologici di prevenzione annuale. Ecografie, mammografie, esami salvavita che il servizio di Senologia del distretto di Macomer ha interrotto da tempo per ragioni che appaiono del tutto irrisorie rispetto al disagio creato, come l'inadeguatezza dei locali".

Sono le parole della consigliera pentastellata Desirè Manca, prima firmataria di una mozione che impegna l'assessore alla Sanità ad attivarsi con urgenza, considerata l'importanza e la delicatezza della materia, affinché il servizio di Senologia del Distretto di Macomer riprenda le attività di screening nel più breve tempo possibile e in locali adeguati e consoni alle esigenze di operatori e pazienti.

"Veramente - osserva Desirè Manca - motivazioni di carattere strutturale impediscono alla nostra Regione di garantire il diritto alle cure a centinaia di donne? Pazienti costrette nel migliore dei casi a recarsi in altri studi specialistici, talvolta distanti decine di chilometri, e nel peggiore a rinunciare al diritto alla salute".

"L'ostacolo alla ripresa delle attività è ampiamente superabile - prosegue Manca - in quanto si tratterebbe di dover effettuare dei lavori strutturali, in particolare la demolizione di una parete divisoria, per mettere in comunicazione dei locali contigui nei quali ospitare la Radiologia e la Senologia Clinica. Trattandosi di attività che prevedono una stretta collaborazione tra medico e tecnico di radiologia - addetto ad effettuare dettagli mammografici qualora necessari - tali attività devono poter essere svolte in studi comunicanti".

"L'inadeguatezza dei locali che ospitano la Radiologia di Macomer dal punto di vista tecnico-normativo - aggiunge ancora - è un aspetto noto già da tempo, evidenziato addirittura nella relazione sulla programmazione delle attività del Distretto per gli anni 2019/2020/2021. La Regione Sardegna non può continuare ad ignorare il problema dell'accumularsi di migliaia di visite programmate e indispensabili a preservare la salute pubblica".

(Unioneonline/v.l.)
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