I tatuaggi tribali "zebrati", quelli cioè che imitano le strisce del noto animale e che sono sempre più diffusi anche in Italia, non sono solo decorativi ma, secondo gli esperti, ridurrebbero il rischio di essere punti dagli insetti.

La scoperta in un studio della rivista Royal Society Open Science della Eotvos Lorand University, nota istituzione ungherese.

Gli autori sono partiti da un presupposto, e cioè che la zebra viene morsa dagli insetti molto meno di altri animali.

E per verificare se lo stesso effetto si ripete anche nell'uomo i ricercatori hanno realizzato tre manichini, uno con la pelle scura, uno con la pelle chiara, e uno dipinto con strisce bianche e nere, tutti coperti con uno strato adesivo per catturare gli insetti.

I manichini sono stati lasciati per otto settimane all'aperto in mezzo a un prato, e al termine del periodo la conta di quanti tafani e altri insetti erano rimasti depositati sulla pelle.

Ebbene, secondo quanto riportato dalla rivista scientifica il pupazzo di pelle scura era risultato dieci volte più colpito rispetto a quello a strisce, e due volte di più rispetto a quello di pelle chiara.

A rendere il corpo strisciato meno appetibile degli altri il fatto che la differenza di colore cambia la polarizzazione della luce riflessa dal corpo, rendendolo meno "invitante".

I tatuaggi a strisce, dunque, garantiscono il medesimo risultato. Con buona pace dei detrattori della particolare tecnica decorativa.

(Unioneonline/v.l.)
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