Le stime degli esperti non lasciano spazio all'ottimismo: secondo i dati diffusi dalla British Heart Foundation (BHF), entro il 2035 il numero di persone colpite da diabete nel mondo è destinato ad aumentare di circa il 30%.

Una vera e propria "epidemia", dunque, che stando alle previsioni diffuse potrebbe portare a 39mila casi di infarto tra pazienti con diabete (9mila in più rispetto al 2015), e 50mila ictus (un aumento di 11mila rispetto al 2015).

Fra i fattori maggiormente associati allo sviluppo dei casi di diabete di tipo 2 l’obesità e i cattivi stili di vita, che portano ad elevati livelli di glicemia, ipertensione e obesità.

Conseguenze, un aumento del rischio di complicanze cardiovascolari 3,5-4,5 volte superiore per le persone con diabete di tipo 1 e 2-2,5 volte superiore per le persone con diabete di tipo 2.

In Italia, il numero di persone affette da diabete è stimabile in circa 4 milioni, ma si considera che siano almeno un milione i malati inconsapevoli.

Secondo i diabetologi italiani i malati che hanno già avuto un infarto del miocardio sono ben 400mila e sono 250mila quelli colpiti da ictus. E quindi la notizia più inquietante: “Questi dati – spiega a ‘La Stampa’ il presidente eletto dei diabetologi italiani - declinati in senso “temporale”, significano che ogni 7 minuti, in Italia, una persona affetta da diabete ha un infarto del miocardio ed ogni 10 minuti una persona con diabete viene colpita da ictus”.

Per vincere la partita, l’unica soluzione appare essere quella di un attento controllo dell’alimentazione, a partire dai più piccoli e con il coinvolgimento delle scuole, e di praticare laddove possibile un’attività fisica nel continuo.

E poi terapie efficaci, sfruttando i nuovi e moderni mezzi di monitoraggio della glicemia. Sulla questione anche in Sardegna il dibattito è da lungo tempo aperto, perché sia garantito un accesso alle più innovative cure a chi ne ha bisogno con un conseguente risparmio di vite, sofferenze, e costi sanitari.

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata