Al via in Senato il voto sulla sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Due le mozioni, una presentata dal centrodestra e l'altra da Emma Bonino per +Europa con Azione e Fi.

Occhi puntati su Italia Viva, con il leader Matteo Renzi che alza la posta in gioco chiedendo al premier Giuseppe Conte un "riconoscimento politico" maggiore. L'ex premier non scioglie la riserva sulle mozioni nonostante un incontro a Palazzo Chigi di Maria Elena Boschi con Conte. Rimpasto è l'ipotesi che più circola in queste ore, con il nome della Boschi per un ministero (forse al posto di Elena Bonetti alle Pari opportunità).

M5s fa scudo al suo ministro, così come il Pd che però gli chiede un cambio di passo. Per Graziano Delrio la situazione è al limite: con la sfiducia "si apre una vera crisi, non c'è dubbio. Non è che si può pensare di sfiduciare il ministro della Giustizia e pensare che la cosa si concluda con una pacca sulle spalle", dice a Un Giorno da Pecora.

D'accordo sulle conseguenze della sfiducia anche il presidente della Camera Roberto Fico: "Si apre un problema politico e una crisi di governo, quindi penso che non avverrà", spiega a diMartedì su La7.

Gli ultimi conteggi accreditano tra i 150 e i 151 voti per la maggioranza senza Iv e 144 per la mozione presentata da Emma Bonino.

E' questo il voto che impensierisce, più di quello sulla mozione unitaria del centrodestra. Perché potrebbe attrarre, oltre ai 17 senatori di Iv (ma nel gruppo ci sono opinioni diverse), anche 5 o 6 senatori del Misto considerati incerti, tra cui ex M5s come Ciampolillo e Giarrusso, e poi nomi come Pier Ferdinando Casini e Tommaso Cerno.

(Unioneonline/D)
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