Non c'è la rottura ma neanche l'accordo. Dopo quattro ore di un teso vertice a Palazzo Chigi sul Mes è fumata grigia.

Le visioni di Pd e M5S "sono diverse", come ammette lo stesso Luigi Di Maio. Sulla riforma del Salva Stati l'unica mediazione possibile è quella trovata da Conte: mandato al ministro Gualtieri per continuare a trattare in Ue, mentre la decisione sull'ok alla riforma sarà affidata al Parlamento. Data, 11 dicembre, dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio Ue che si terrà nei due giorni seguenti.

"In vista dell'Eurogruppo il governo affronterà il negoziato riguardante l'Unione Economica e Monetaria seguendo una logica di pacchetto, e ogni decisione diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronuinciato", fanno sapere fonti di Palazzo Chigi dopo la riunione.

Così la maggioranza si è data altri dieci giorni di tempo per trovare la quadra, e ognuno rivendica il suo risultato. Da un lato M5S ottiene che nessun accordo venga firmato senza l'ok del Parlamento, dall'altro il Pd rimarca il fatto che non si parli alcun rinvio, come paventato da Di Maio nei giorni scorsi. Lo showdown è solo rimandato.

Basti leggere le dichiarazioni dei capi delegazione: "Bene l'incontro, nessuna richiesta di rinvio all'Ue ma un mandato che rafforza il ministro Gualtieri a trattare al meglio l'accordo", rivendica Franceschini. "Nessuna luce verde è stata data a Gualtieri finché il Parlamento non si esprimerà", sottolinea Di Maio.

Al vertice hanno partecipato il premier Giuseppe Conte, il sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, il ministro degli Affari Ue Enzo Amendola, il titolare del Mise Stefano Patuanelli (si è parlato anche della norma per il prestito ponte ad Alitalia), e i capi delegazione dei partiti: Dario Franceschini per il Pd, Luigi Di Maio per il M5S, Roberto Speranza per LeU.

Si è chiamata fuori Italia Viva: "Non abbiamo nulla su cui litigare, se la vedessero tra loro: gli italiani sono stanchi di questi vertici, vogliono risposte", ha detto Matteo Renzi a "Non è l'Arena".

(Archivio L'Unione Sarda)
(Archivio L'Unione Sarda)
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DUELLO CONTE-SALVINI - Cresce intanto l'attesa per la riedizione (oggi al Senato, ore 15.30) del duello Conte-Salvini, dopo il durissimo scontro di agosto, quando il premier gialloverde - sfiduciato pochi giorni prima dal leader leghista - annunciò le sue dimissioni senza mandarle a dire a quello che era il suo vice.

Il presidente del Consiglio prima interverrà alla Camera, per difendere la riforma del Mes, ma è a Palazzo Madama che userà i toni più duri, per smentire le "calunnie" pronunciate (a suo dire) nei suoi confronti da Salvini, che come il 20 agosto parlerà per secondo.

"Sono curioso di sentire - ha ribadito ancora Salvini - se il presidente del Consiglio ha capito quello che faceva e ha tradito. Oppure molto semplicemente non ha capito quel che stava facendo. Conto sul fatto che i 5S non cambino idea per salvare qualche poltrona, visto che su questo l'hanno sempre pensata come noi". "Credo che il governo debba cadere sul Mes, se Di Maio ha un briciolo di dignità questo è il momento in cui lo deve dimostrare", gli ha fatto eco Giorgia Meloni.

Conte cercherà di dimostrare come tutto quello che ha fatto lo ha fatto con il consenso dei gialloverdi, dunque anche della Lega. L'accordo sulla riforma del Salva Stati infatti è stato firmato a Bruxelles lo scorso 13 giugno.Ma così potrebbe fare uno sgarbo anche a Di Maio. Comunque vada, quello di oggi è teatro. Per la sostanza bisogna attendere l'11 giugno.

(Unioneonline/L)
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