Via un terzo dei parlamentari, la riforma delle Camere è legge con voto bipartisan.

"Un momento storico", lo ha definito il capo del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, vero promotore del provvedimento che ha ottenuto 553 sì, solo 14 no e due astenuti. Pur con qualche malumore interno ai partiti.

La Sardegna a partire dalla prossima legislatura passerà da 25 eletti a 16 (11 deputati, 5 senatori). In proporzione la sforbiciata è uguale alla Lombardia, per dirne una, ma nell'Isola l'effetto sarà lasciare uno sparuto manipolo a difesa di un territorio persino più ampio di quello lombardo.

Oggi ogni senatore rappresenta circa 206mila sardi in totale: si passerà a 330mila. Per i deputati, da uno ogni 97mila a uno ogni 150mila. Nessuno sa ancora quali saranno gli effetti sull'Isola, molto dipenderà dalle regole del voto e dai collegi, sta di fatto che la competizione rischia di diventare inaccessibile a molti.

E infatti anche i deputati sardi che ieri hanno votato a favore della riduzione nutrono parecchie perplessità, a parte i Cinquestelle (e forse anche tra loro ci sono dubbi).

"Sono convinto che si debba ridurre il numero dei parlamentari, ma mi aspettavo che il taglio fosse inserito in una riforma più ampia - confessa Andrea Frailis del Pd - Ho votato sì per disciplina di gruppo, resta però il timore per gli effetti sulla Sardegna".

Ora bisogna ridefinire la legge elettorale e i collegi, "e dovremo iniziare a farlo già quest'anno. Nella nostra terra la presenza dello Stato è molto limitata. Senza correttivi per evitare di perdere rappresentanza reale, si rischia che la fiducia dei cittadini cali ancora".

Salvatore Deidda (Fratelli d'Italia) ha confermato il voto favorevole che il suo gruppo aveva già dato nei precedenti passaggi parlamentari, "ma anch'io ho riserve e non l'ho nascosto al mio partito. Siamo in tanti a pensare che debba essere tutelata la presenza in Parlamento di molte regioni".

Perciò ha già avviato un confronto coi deputati di altre provenienze (territoriali e politiche) per "ipotizzare proposte di legge che garantiscano le regioni con minore densità di popolazione. Ma non sarà facile".

Ancora più duro il senatore di Italia Viva, Giuseppe Cucca, che spiega: "L'opposizione, qualsiasi essa sia, non eleggerà rappresentanti".

Anche il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana si è detto "nettamente contrario al taglio dei parlamentari. È una misura in larga misura propagandistica, che toglie rappresentanza e la residua forza dei territori più spopolati, non incide per nulla né sulla velocizzazione degli iter parlamentari (anzi) né sulla produttività di deputati e senatori".

(Unioneonline)
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