Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha impugnato anche l’ultima legge sulle aree idonee in Sardegna, la numero 31 approvata lo scorso 6 novembre, che ha introdotto alcune modifiche alla legge 20 del dicembre 2024 bocciata nei giorni scorsi dalla Corte Costituzionale.

Nel mirino del Governo la “mini moratoria” di 90 giorni nel corso dei quali, si legge nel provvedimento regionale, «non può essere dato corso alle istanze di autorizzazione» di impianti di energie rinnovabili «che ricadano in aree non incluse tra le aree idonee, né possono essere presentate nuove istanze».

La legge aveva l'intento di sciogliere i nodi interpretativi che rischiavano di frenare la transizione energetica e l'applicazione della legge 20 del 2024.

Secondo l’esecutivo nazionale, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, alcune disposizioni, «eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di libertà di iniziativa economica e produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, violano gli articoli 41 e 117, primo e terzo comma, della Costituzione; nonché i principi di uguaglianza e di buon andamento della pubblica amministrazione di cui agli articoli 3 e 97 della Costituzione».

(Unioneonline)

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